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In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, è più che mai importante rivolgerci a esperti di vari settori che possano aiutarci ad affrontare le situazioni più complesse legate alla pandemia del Covid-19 nel massimo della serenità.

QDC Wedding pone alla dottoressa Sara Intini alcune domande per aiutare le coppie costrette a posticipare il loro matrimonio a causa dell’emergenza imposta dal Covid-19.

Scoprite in che modo un wedding planner può aiutarvi ai tempi del Covid-19 in un altro post del nostro blog.

D: Qual è la prima cosa da fare in caso di posticipo dell’evento a causa del Covid-19?

R: Il matrimonio rappresenta spesso la realizzazione di un sogno, di un progetto atteso e soprattutto la risposta ad un bisogno di appartenenza e di rassicurazione che caratterizzano l’esperienza umana.

Alla luce dell’importanza che riveste per il singolo e per la società, organizzare un matrimonio richiede tempo, energie, investimento economico.

Tutti questi ingredienti si mescolano con la dimensione amorosa allorché “si aprono le frenetiche danze” della pianificazione dell’evento.

Gli aspetti organizzativi possono essere motivo di stress nel rinviare tale evento, poiché rappresentano la declinazione dell’impegno che la coppia prende verso sé e verso gli altri.

È tuttavia altrettanto utile che i futuri coniugi riportino l’attenzione ai significati connessi alla scelta matrimoniale: cosa può realmente cambiare se questa viene rimandata per cause esterne?

Prima ancora di esternare la cosa agli altri, diventa quindi importante porsi alcuni quesiti:

Cosa accade alla nostra storia se non ci uniamo in matrimonio ora?
Cosa è veramente importante per noi?
Come desideriamo celebrare questo evento, oggi o domani?
Che festa continuiamo a sognare per il nostro giorno e con chi vorremmo festeggiare?
Come stiamo vivendo, all’interno della coppia, questa esperienza sanitaria e cosa abbiamo imparato di noi?

Se il non potersi sposare “oggi” diventa occasione per confermare e si assiste ad un reinvestimento da parte della coppia che accetta di vivere, domani, ciò avrebbe voluto vivere oggi, gli effetti dell’attesa forzata potrebbero essere non solo non nocivi, ma addirittura positivi.

 

D: Quale è il modo migliore per comunicarlo alle famiglie e a gli invitati ?

R: Ad oggi purtroppo abbiamo repentinamente appreso quanto gli assembramenti costituiscano occasione di rischio per tutti e per questo siano addirittura vietati.

Comunicare che la cerimonia sarà rinviata potrebbe in un primo momento generare grande sconforto.

Consentirebbe però di “ricostruire” l’immagine di un momento di festa declinata secondo tutte le “buone prassi” previste dalla circostanza, una volta che l’emergenza sanitaria Covid-19 sarà rientrata.

Individuare e comunicare una nuova data consente a tutti di spostare in un tempo più sicuro e in uno spazio più serenamente vivibile un evento che richiama tutti ad un’importante preparazione emotiva, psicologica e organizzativa.

Questo, come molte altre cerimonie e rituali, sancisce un rito di passaggio, da una famiglia all’altra, tanto più significativo se condiviso con la comunità di appartenenza.

D: Come deve muoversi la coppia per affrontare al meglio la situazione?

R: Credo che il concetto più importante possa essere riassunto col termine partecipazione attiva.

Il matrimonio è una scelta; la pandemia ovviamente no, ma non possiamo che constatare quanto una non-scelta stia condizionando il mondo intero.

L’elaborazione di quanto sta accadendo può essere facilitata dall’assunzione di un atteggiamento il più possibile attivo, vigile, critico riguardo a se stessi e a ciò che si desidera per il proprio presente e futuro.

Mantenere quindi un atteggiamento partecipativo e assertivo, conservare la consapevolezza di ciò che si desidera, con chi e perché.

Conservare un atteggiamento di questo tipo può significare per esempio rimandare il matrimonio ad una data solo apparentemente molto lontana, ma per questo più sicura.

In questo modo non disperderemo risorse emotive reinvestendo in nuove possibili date che, poiché ancora troppo vicine, non rendono l’evento ancora realizzabile.

D: Quali sono gli errori da evitare in una situazione di questo tipo?

R: È importante non cedere alla rinuncia, alla paralisi del pensiero che rischia di inaridire le relazioni, a compromessi che possano lasciare strascichi di insoddisfazione.

Da un punto di vista più pratico, il suggerimento è di portare avanti progetti concreti e realistici, secondo aspettative compatibili con i prossimi sviluppi della situazione sanitaria.

D: Cosa deve fare la coppia per tutelare il rapporto?

R: Continuare a progettare il proprio futuro.
Provare a “rappresentarlo”, anche solo mentalmente, secondo piccoli e progressivi obiettivi.

Iniziare dalle cose più facilmente realizzabili nel qui ed ora dell’emergenza sanitaria per poi passare alle cose più grandi che attendono i futuri sposi, domani.

D: Ritieni che anche la figura del wedding planner possa rappresentare un valido supporto nella gestione di questa situazione?

R: Mai come in questo momento il wedding planner può configurarsi risorsa preziosa per accompagnare i futuri sposi all’altare.

Il suo ruolo attivo nel coordinare gli aspetti di pianificazione e gestione dell’evento consentono alla coppia di delegare gli sforzi organizzativi.

In questo modo i partner potranno restare in contatto con vissuti emotivi e affettivi che meritano di abitare, più di qualsiasi altra esperienza, nel cuore di chi sceglie di amarsi per sempre.

La dottoressa Sara Intini è Psicologa Psicoterapeuta, specialista in terapia della coppia e della famiglia